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L'Italia che se ne va

Elisa Santaniello, 29 anni di Roma, laureata in Relazioni Internazionali, vive a Bruxelles da due anni. Lei, come tanti italiani, ha deciso di emigrare per poter fare un’esperienza all’estero, ma alla domanda ‘’Pensi di tornare in Italia?’’ la risposta è simile a quella che danno la maggior parte dei giovani ‘’Ancora non ho maturato questa decisione, per il momento credo che mi fermero’ ancora a Bruxelles.’’


Hai avuto modo di confrontarti con altri emigrati italiani? Quali sono le cose che senti ripetere più spesso? Perché decidono di emigrare?


Conosco molti emigrati italiani qui a Bruxelles.Molti giovani sono venuti negli ultimi anni con la speranza di trovare un buon posto di lavoro e rimanere qui. La maggior parte di loro non trovava un primo impiego in Italia, nemmeno per uno stage, e ha quindi deciso di fare domande per tirocini presso le istituzioni Europee o presso altre aziende e società.


I giovani italiani emigrati all’estero sono seguiti dalle nostre istituzioni ?


Non credo che ci sia una vera e propria assistenza per i giovani. Per esempio qui a Bruxelles si puo’ far riferimento piuttosto ad associazioni locali o anche italiane che possono dare consigli e aiuti su come muoversi e cosa farein tema di lavoro, ricerca della casa, assistenza sanitaria etc...)

In che termini, secondo te, il Governo dovrebbe affrontare il fenomeno della nuova emigrazione giovanile?


Il Governo secondo me dovrebbe aiutare i giovani che decidono di andare all’estero, in parte già lo fa mettendo a disposizione borse di studio (Erasmus, Erasmus for Young Entrapreneurs,),ma soprattutto dovrebbe investire di piu’ sui giovani con politiche giovanili che incentivino a rimanere piuttosto che andarsene.
 

Ma quanti e chi sono gli italiani all'estero? Secondo una ricerca del “Centro Altreitalie, Globus et Locus” nel volume “La meglio Italia. Le mobilità italiane nel XXI secolo”, di Maddalena Tirabassi e Alvise del Pra’, i dati forniti dall'Istat circa il flusso degli italiani emigrati all’estero negli ultimi dieci sono solo indicativi (106mila gli espatri nel 2012 - di cui 68 mila italiani e 38 mila stranieri residenti in Italia - , in crescita del 29% sull’anno precedente e del 115% rispetto al 2002.). 

"Il motivo è che molti emigranti mantengono la residenza italiana o si iscrivono all’Aire solo dopo alcuni anni dall’espatrio" – spiega Alvise del Pra’, coautore della ricerca – "inoltre l’abolizione delle frontiere europee consente di muoversi senza permesso di soggiorno”.

Dalla ricerca emerge anche che il fenomeno non riguarda solo i cd "cervelli in fuga", ma coinvolge tutte le professioni. "Un'emigrazione liquida" come la definisce  Alvise del Pra’ ": ci sono i ricercatori, i professori, i dirigenti, gli operai specializzati, quelli non specializzati, i creativi, i lavoratori del settore gastronomico. Per ciò che riguarda il campione esaminato, i motivi che spingono ad emigrare riguardano soprattutto la forma contrattuale e in molti casi anche la retribuzione".

Tag(s) : #storie