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Brain Drain, brain exchange, brain circulation: tante definizioni per descrivere un solo fenomeno, quello dell'emigrazione.

Nella seguente infografica cerchiamo di fare un po' di chiarezza e capire, tra le tante definizioni, qual è quella che fa riferimento all'emigrazione italiana degli ultimi anni.

Italia, human capital e brain drain.

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L'emigrazione italiana si può dunque identificare con il "brain drain", comunemente tradotto con "fuga di cervelli". Sempre più cittadini, giovani e qualificati lasciano il nostro Paese per trasferirsi all'estero. 

Negli ultimi dieci anni il numero di emigranti italiani dai 25 anni in su, oscilla tra le 29 mila e le 39 mila unità. Secondo i dati dell'ISTAT è da rilevare come si sia modificata la distribuzione dei flussi in uscita rispetto al titolo di studio posseduto:  nel 2011 la quota dei laureati italiani (dai 25 anni in su) emigrati all'estero è del 27,6% rispetto all'11,9% del 2002; è invece iminuita la percentuale di emigranti italiani con titolo di studio fino alla licenza media che passa dal 51% del 2002 al 37,9% nel 2011.

Per gli italiani le principali mete di destinazione restano la Germania, la Svizzera, il Regno Unito e la Francia che, insieme, assorbono il 44% degli emigrati dai 25 anni in su. Se però si considerano solo i laureati allora la graduatoria dei Paesi di destinazione cambia:

- Regno Unito - 11,9% emigrati laureati
- Svizzera - 11,8%
- Germania - 11%
- Francia - 9,5%

 

Ma perché si fugge dall'Italia?

Tra le tante risposte una viene fornita dal World Economic Forum che ha stilato il primo rapporto sul Capitale Umano (Human Capital Report 2013) in base al quale risulta che l'Italia, rispetto agli altri paesi occidentali investe molto poco in capitale umano e ancor meno riesce a sfruttarne il potenziale. 

 

Vediamo insieme una sintesi del rapporto nella seguente infografica:

Italia, human capital e brain drain.

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L'Italia su 122 Paesi analizzati guadagna il 37° posto in riferimento ad un indice generale, ma se scendiamo nel dettaglio vediamo che in fatto di occupazione e forza lavoro scendiamo al 75° posto. Non va meglio neanche in riferimento all'indice dell'istruzione, il nostro Paese si colloca infatti al 40° posto a causa di un sistema educativo qualitativamente scarso e della carenza di strutture tecnologiche negli istituti scolastici. Risaliamo un po' la classifica in tema di salute e benessere, (inteso anche come condizioni sanitarie delle strutture), guadagnando il 19° posto. 

A dominare la Top 10 sono invece i Paesi europei con a capo la Svizzera che ha raggiunto i punteggi più alti in tutti e quattro gli indici analizzati. Bene anche i Paesi nordici: Finlandia, Svezia, Norvegia e Danimarca per gli ottimi livelli raggiunti in tema di istruzione e occupazione. Singapore è l'unico paese asiatico in cima alla classifica grazie agli ottimi punteggi raggiunti su educazione, occupazione e ambiente di lavoro.

Cosa si intende per "Capitale Umano"?

Per capitale umanosi intende l'insieme di capacità, competenze, conoscenze, abilità professionali e relazionali che un individuo acquisisce attraverso l'istruzione e la formazione professionale; investire in queti settori significa quindi investire in capitale umano riuscendo così a sfruttarne il potenziale.

Muovendo da una simile descrizione occorre intendere il capitale umano anche come fattore fondamentale per la crescita, la stabilità e la competitività delle nazioni. Esso risulta di importanza strategica non solo per la produttività della società, ma anche per il corretto funzionamento delle istituzioni politiche e sociali di un Paese.

 

Tag(s) : #Mobilità Internazionale