Cogliere maggiori opportunità o conquistare migliori livelli di qualità della vita, queste le motivazioni che spingerebbero il 67 % dei romani di età compresa fra i 18 e i 29 anni a considerare la possibilità di andare a vivere in un’altra città ed eventualmente anche all’estero. È il dato emerso dalla ricerca “Un'agenda urbana per Roma”, realizzata da Censis e Rur - Rete Urbana delle Rappresentanze -.
Il rapporto, centrato sul tema dell’innovazione dell’organizzazione urbana vista attraverso i comportamenti e le opinioni dei cittadini, evidenzia come proprio in tema di organizzazione ed efficienza dei servizi urbani, intesi come fattori alla base dell’abitabilità delle città, il nostro paese abbiamo maggiore terreno da recuperare.
Considerando dunque la fascia di età tra 18 e 29anni, la disponibilità ad un trasferimento in altra città/Paese viene dichiarata da 2 giovani romani su 3, (il 67%). Anche nella fascia di età superiore, quella compresa tra 30 e 44 anni, il valore rimane molto elevato (43%).
Come si legge dal rapporto “oggi il trasferimento anche temporaneo all’estero non rappresenta solo una teorica prospettiva, ma ormai una realtà abbastanza diffusa. Il 15% dei romani intervistati ha un componente della propria famiglia che nell’arco degli ultimi tre anni ha vissuto per almeno due mesi all’estero (un valore più elevato di quello medio nazionale che è il 12%). In particolare per circa il 9% si tratta di ragioni di lavoro e per un altro 4% di motivi di studio.
Famiglie in cui un componente (coniuge, figlio, ecc.) ha vissuto e/o vive attualmente per più di 2 mesi negli ultimi 3 anni all'estero per livello socio-economico dell’intervistato (val.%)
Ma quali sono i fattori che condizionano negativamente la vita della città?Al primo posto l’inefficienza della macchina pubblica seguita dalla cattiva performance della politica locale.