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La mappa dei pregiudizi, ecco per cosa sono conosciute le persone nel mondo

<< Non amano l'acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali >>

 

Di chi si parla in questo testo?

 

Ognuno di voi avrà provato a dare la risposta basandosi su una serie di stereotipi e pregiudizi circa "lo straniero". 

Questo brano viene attribuito ad una relazione dell'Ispettorato per l'immigrazione del Congresso degli Stati Uniti, ottobre 1919,  sugli immigrati italiani. Ancora oggi non è chiaro se effettivamente questo documento esista o meno, ciò di cui siamo sicuri è che all'epoca i nostri migranti venivano visti esattamente in questo modo, metterlo nero su bianco non cambia il passato.

Parole molto forti, discriminatorie, offensive, nei confronti di chi ha lasciato tutto, la sua casa, spesso la famiglia, le sue radici, per trasferirsi in una terra straniera per cercare fortuna. Eppure i fatti degli ultimi tempi ci restituiscono un'immagine dell'Italia dalla memoria corta, un Paese spaventato dalla diversità e incapace di fare del passato uno strumento per poter andare avanti.

Oggi i veri confini tra Paesi, tra popoli, tra persone, sono quelli delineati dai pregiudizi, quelle etichette che ci portiamo dietro e che, come se fossimo oggetti, ci assegnano un posto sullo scaffale.

Di queste etichette c'è chi ne ha fatto una mappa: 

The Prejudice Map

people in the world are known for...

 

 

 

Per cosa siamo conosciuti noi italiani? "stile impeccabile, gestualità nel parlare, passione e, (ovviamente) pasta"

Molti penseranno che, in fin dei conti, non ne siamo usciti proprio male, ma siamo sicuri di voler essere riconosciuti solo per quello?